Ancora piatti salentini: le Pittule!


Pittule con uva passa
Uno dei piatti salentini che non muore mai sono le Pittule: "palline" di pasta di pane fritte in abbondante olio di oliva. Le puoi assaggiare in una calda serata estiva, in occasione di una delle tante sagre sparse nel Salento, così come in una fredda serata invernale, magari mentre visiti un presepe vivente.
Ma perché me ne ricordo solo ora? Fondamentalmente perché per tradizione le pettole (italianizzazione di pittule) sono un piatto tipico del periodo di Natale: le pittule si preparavano solamente la vigilia della festività della Madonna Immacolata e la vigilia di Natale.

Un prodotto tipico semplice e sempre di gran successo, anche per le varianti a cui si presta: con il cavolfiore, l'uva passa, alla pizzaiola, ecc.

Gli ingredienti delle pittule salentine sono:


Come si fanno le pittule?
Il procedimento è semplice, anche se attenzione ad un dettaglio! La temperatura dell'acqua che si aggiungerà all'impasto. La prima volta in cui ho fatto le pittule, ho aggiunto dell'acqua troppo bollente e la pasta non è cresciuta; di conseguenza, durante la fase di frittura, le pittule non salivano su, ma rimanevano sul fondo. Un autentico disastro!

Il procedimento è il seguente: sistemare la farina in una ciotola con un buco nel mezzo, nel quale versare il lievito sciolto precedentemente nell'acqua tiepida, quindi impastare. L'impasto si ottiene immergendo la mano nel buco centrale e portando verso il centro poco a poco la farina che lo circonda. In questo modo si eviteranno i grumi (altro errore già fatto in precedenza!). Inserire ancora dell'acqua tiepida, in cui avrete in precedenza dissolto un cucchiaio di sale. Aggiungere quest'acqua fino a quando la pasta non avrà la consistenza di una pastella molle. Un altro accorgimento interessante è, invece di sciogliere il sale nell'acqua, inserirlo nella farina agglomerato in un punto laterale, facendo attenzione a non mescolarlo con l'acqua e lievito, che saranno inseriti al centro. Regola numero uno: mai mescolare il lievito con il sale! Potrebbe pregiudicare la fase di lievitazione della pasta.
È consigliabile lavorare la pastella “sbattendola”.

Lasciare lievitare per 2 ore.

Quindi arriva il momento di friggere le pittule. Mi raccomando, fatelo all'ultimo minuto, le pittule bisogna mangiarle assolutamente ben calde!
Con un cucchiaio prendete della pasta e, quando l'olio è pronto per la frittura, lasciate scivolare la pastella nell’olio accompagnandola con il dito. La pastella scivola dolcemente dal cucchiaio all’olio. Mia nonna dice sempre che se le pittule salgono subito su e si rigirano su se stesse, l’olio è alla giusta temperatura e la cottura sarà perfetta.

Questo Natale, includete nel vostro aperitivo queste saporite frittelle di pasta fritta! Per stupire di più i vostri invitati, aggiungete nell'impasto una mescola di pomodoro, capperi, olive e cipolle!

Manca un mese perché comincino le mie vacanze natalizie e già prevedo che mia nonna non mancherà di domandarmi subito: "fazzu doi pittule?". Non vedo l'ora!

Quando ciò  accadrà, non dimenticherò di postarvi qui delle foto.

Ah... e quando le pittule avanzano per il giorno dopo, riscaldatele e accompagnatele con il miele a colazione! Questo è invece un consiglio di mamma e papà.

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