Ricordi di essenzialità

Thailandia, un paese a migliaia di km dal nostro. Dopo anni, sono riuscita a realizzare il mio viaggio nel sud-est asiatico, una fetta del mondo lontana, differente... così diversa ma in alcuni casi così vicina a noi. 

Sono nata in un paesino di poche migliaia di abitanti, in un decennio in cui la generazione dei nostri genitori stava iniziando ad assaporare il benessere. Erano gli anni '80. Ho avuto la fortuna, quindi, di vivere la transizione, tempi in cui ancora l'abbandono sfrenato al consumismo si iniziava solo a notare, quella che ancora in fin dei conti all'essenziale ci badava ancora, reduce da una generazione contadina in cui l'essenzialità quotidiana regnava sovrana.

In Thailandia mi è sembrato di respirare di nuovo l'aria dell'essen­zialità. E non parlo solo della ovvia e potente povertà visibile in molte zone. Quest'essenzialità richiamava il concetto di funzionalità

Bangkok
Nella mia forma mentis, se compro del cibo in una bancarella per strada, mi verrà consegnato su un piattino; sia esso uno spiedino, un buonissimo Pad Thai o una specie di minestrone, dove vuoi che vada servito? E perché non servirlo in delle bustine di plastica trasparenti? Sono più facili e pratiche da trasportare e travasare poi in un piatto. Vedere una minestra servita in una bustina di plastica sorprende, non sarà nemmeno sano, ma fa il suo dovere.
Per non parlare dei venditori ambulanti in treno. Perché mettere a raffreddare le bevande con il ghiaccio in un contenitore che non sia un semplice secchio? È comodo, ha il manico, è facilmente trasportabile e ne puoi fare vari usi. 

E ancora... perché sparecchiare i tavoli del bar con un vassoio? La cameriera ha pensato bene di rinunciare alle sue mancate doti di equilibrismo del vassoio, per raccogliere i bicchieri sporchi con una vaschetta di plastica, quelle per il bucato per intenderci. Geniale! Passava tra i tavoli e tra l'enorme quantità di gente presente nel bar con una tale nonchalance. Io, che sono un'imbranata del vassoio, ho apprezzato l'utilità di quella vaschetta sotto braccio. Quando ero piccola esisteva quest'essen­zialità. 

Ho ancora ricordi vividi di quel Salento che aborriva il superfluo.

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